Fantasmi o sensibilità della purezza
Tranne un'estate passata in una colonia estiva ,esattamente a S. Terenziano in Umbria,in un vetusto castello diretto da suore e adattato a scuola e,appunto a colonia estiva,solitamente passavo le vacanze dagli zii a Orbetello,in Toscana,dove godevo gratuitamente di un mare favoloso e di folli corse in bicicletta assieme ai cugini;ma quando invece mi ritrovavo anche per poche settimane a casa a Roma,mi accadevano cose strane che,per mia fortuna,il più delle volte erano confermate da involontari testimoni,come quando una sera,verso le 18,Marco mi chiamò dicendomi di uscire per giocare,io salivo le scale e lui le scendeva,alla mia domanda del perché rispose che avevo lasciato la luce accesa,(si vedeva da una specie di finestra-lucernario situato sulla porta), quindi andava a spegnerla,tirò la cordicella che apriva il catenaccio,(all'epoca ci si fidava in generale,inoltre non c'era niente da rubare)scostò la tenda...e lo vidi scappare e salire le scale come fosse inseguito dal demonio,al mio sguardo interrogativo rispose che c'era qualcuno in casa;allora ridendo scesi per chiudere la porta lasciata aperta,scostata la tenda rimasi di stucco,all'ingresso della porta della cucina c'era un bambino bellissimo,biondo con i capelli ricci a boccolo con indosso una tunichetta così bianca che sembrava brillare di luce propria. Caddi pesantemente sulla sedia più vicina,non per paura,ma per lo stupore davanti a quella visione;allora lui si avvicinò quasi come levitasse,si mise seduto sulle mie ginocchia dandomi un senso di calore e tranquillità che non dimenticherò mai,quindi,dopo avermi fatto una carezza,mi diede un bacio sulla guancia e scendendo,facendomi un largo,rassicurante sorriso,si diresse verso la cucina dove lo vidi sparire come evaporasse...(anni dopo vedendo le foto di famiglia scoprii l'identità di quel bambino,era uno dei due figli di Luciana morto per anemia mediterranea,Mauro,l'altra era Oriana,tutti e due bellissimi,biondi e ricci con boccoli naturali,e tutti e due sempre,in vita,guardanti il cielo come fossero pronti a volarne sotto forma di Angioletti,e Mauro,di poco più piccolo di me,ricordo che,mentre giocavamo e io lo spingevo dentro un baule dove erano state applicate delle ruote a sfera,si era sentito male,ricordo che Marcello lo portò di corsa all'ospedale...(e da quel giorno non lo vidi più)...Allora spensi la luce,chiusi la porta e tornai in strada dove Marco mi aspettava preoccupato,alla sua ovvia domanda risposi che non c'era nessuno e che avevo ritardato perché ero andato in bagno. Quando mia sorella Anna rientrò dal lavoro le raccontai quello che era successo,vidi che cambiava espressione e disse che la mattina dopo saremmo andati a fare la Scala Santa,che,per chi non lo sapesse,si trova a S. Giovanni,una scala di legno dove si dice sia passato Gesù quando era sotto processo e dove,sotto vetro,quasi su ogni scalino,ci sono gocce del Suo sangue;va fatta tutta in ginocchio ed a ogni gradino va detta una preghiera...Un'altra volta,verso le 23,stavo leggendo dei fumetti seduto in cucina,quando sentii che la grata di ferro fuori la finestra veniva aperta,alzato lo sguardo vidi una vecchia che cercava di entrare,la prima cosa che pensai è che fosse una zingara che rapiva i bambini,così come mi dicevano sempre per non farmi uscire dopo una certa ora,alla domanda di cosa volesse,rispose che era venuta per portarmi via,allora,preso un bastone che usavamo per arrivare a togliere le ragnatele dal soffitto,cercai di respingerla,ma lei rideva e continuava a scendere;al che aprii il cassetto delle posate e presi un coltello e una forchetta appartenuti a mia madre,a quella vista lei si impaurì dicendo di riporli e cominciò a indietreggiare,allora,fattomi più spavaldo,e sempre tenendo in una mano le posate,salii fino alla finestra e,con un bastone nodoso che era sul cortile esterno,cominciai a bastonarla sulla schiena mentre cercava di salire sul muro alto un paio di metri che portava ad un orto sovrastante per poter fuggire,io continuavo a bastonarle la schiena finché salì e fuggì. Al suo rientro raccontai la cosa a Anna,che,naturalmente rispose che avevo fatto un brutto sogno,ma il giorno dopo Nannina,la mamma di Marco,la fermò dicendole che la sera prima,affacciandosi per stendere i panni lavati,mi aveva visto che davo forti bastonate al muro...senza prenderlo!...Allora Anna scese di corsa e,fattomi vestire in fretta e furia...mi portò a fare la Scala Santa...Poi le capitò di veder levitare un cuscino aprendo la porta della camera dove dormivo,e anche se forse non c'entravo niente....Scala Santa!...E così tante altre volte,ormai avevo le ginocchia piagate e non ne potevo più,infatti cominciai a nasconderle di altre cose che mi accadevano per evitarla. Una delle ultime che ricordo fu a Priverno,una sera avevamo deciso di scappare per andare al paese poco distante dove c'era una fiera,eravamo in 7,dopo aver legato delle lenzuola una all'altra,con le quali intendevamo scendere da una finestra alta una quindicina di metri dal suolo,la facemmo provare al più 'ciccione' di noi,ma sentendo che cedeva,decidemmo di uscire dalla finestra della cantina,mentre stavamo uscendo dal dormitorio,una mano sbucò da sotto le coperte afferrandomi saldamente una coscia,liberatomi con uno strattone e con l'aiuto di 2 compagni,togliemmo la coperta per vedere chi faceva quello scherzo,ma il bambino che lo occupava dormiva e da dove era uscita la mano c'erano i piedi...con la beata incoscienza dell'età,continuammo nel piano concordato non dando peso al fatto,a me venne solo da pensare che avrei evitato la Scala Santa...
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