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sabato 19 maggio 2012

                             ...e vissero felici e contenti....e poi? (favole per adulti)
                                                Biancaneve e i sette nani.

........allora il Principe Azzurro prese Biancaneve,la fece salire sul suo cavallo bianco,montò dietro di lei e si diresse verso il suo splendido castello incantato dove i suoi sudditi erano già in festa,si sposarono con una cerimonia grandiosa e festosa e vissero felici e contenti.......
Biancaneve non stava in se dalla gioia, aveva tutto ciò che desiderava, vestiti bellissimi, una casa grandissima e sempre pulita,tutti facevano a gara per soddisfare ogni suo più piccolo desiderio e il principe le voleva bene e glielo dimostrava portandole un regalino ogni volta che tornava dai suoi viaggi....Passarono così due anni da sogno;un giorno,mentre passeggiava nel parco Biancaneve sentì dei sospiri provenire da dietro un cespuglio,incuriosita si avvicinò e vide Rosaspina,la sua cameriera personale,che amoreggiava con Fiorello,il giardiniere del reame,stava ritraendosi con pudicizia ma,comprendendo di non essere stata vistae non essendoci nessuno nei pressi si fermò a guardare,prima con curiosità,poi...poi si sentì qualcosa dentro...Fiorello aveva messo una mano sotto la veste di Rosaspina "Ti voglio..."le sussurrava mentre muoveva il braccio con delicatezza fra le sue cosce. Rosaspina faceva resistenza "No...ti prego,non voglio...poi tu mi lasci e io..." "Ma no," rispondeva Fiorello "lo sai che ti amo e che poi ti sposo,dai,allarga le tue splendide gambe,fammi vedere che ti piace,e poi...non puoi lasciarmi così,guarda!..."e così dicendo le indicò il grosso bozzo che si era formato sotto i suoi pantaloni..."Oh...poverino"disse Rosaspina,"non puoi certo andare in giro così,stai fermo che ci penso io" la lingua di Rosaspina prese a correre sul petto di Fiorello e,scendendo sempre più in basso arrivò sulla patta,slacciò un bottone e....Biancaneve vide solo saltare fuori qualcosa dai pantaloni ma non potè vederne ne la grandezza ne altro perché quello era già scomparso completamente nella bocca della bella Rosaspina....Biancaneve sentì come se una mano le storcesse le viscere dall'interno,le guance avvamparono di un calore sconosciuto che le saliva dal ventre fino ad esploderle nel cervello.Si alzò e sentì le gambe molli e inerte,quindi tornò turbata e ormai vogliosa verso il castello,si rinchiuse nella sua camera e si scoprì a muoversi convulsamente con il palmo della mano che premeva forte sulla sua 'rosa',ormai  completamente bagnata e mai così aperta,il petto era duro come pietra e solo sfiorandolo sembrava come se un fulmine le percorresse l'intero corpo poi,con un ultimo scatto di reni che la svuotò completamente,arrivò una dolce spossatezza che la portò a dormire un sonno profondo e senza sogni.
Il giorno dopo Rosaspina portò come il solito la colazione a letto alla sua principessa "Buongiorno Maestà,è una giornata stupenda per fare una passeggiata nel parco,se volete vi preparo il vestito per andare a cavallo." Biancaneve la guardò,era bellissima,l'amore la rendeva splendente...come la invidiava!..."No" disse "rimango ancora a letto,vai,ti chiamerò quando avrò bisogno di te." La vide allontanarsi contenta,era certa che avrebbe fatto all'amore,magari in una delle stanze vicine per essere a portata di voce. Allora cominciò a pensare "(Amo il mio dolce principe,però troppe volte è lontano da me,ora sono tre mesi!Non sono abituata a stare sola a lungo,prima c'erano i sette nani che mi tenevano sempre occupata...i sette nani1Quanto tempo che non li vedo,dal giorno del mio matrimonio,vorrei tanto rivederli.)" "Rosaspina" chiamò uscendo dalla camera,la vide che aggiustandosi le vesti usciva dalla stanza in fondo al corridoio, "Eccomi principessa" "Preparami il vestito da viaggio" e così dicendo la spinse nella sua camera,rimase sulla porta per vedere Fiorello, ma dalla stanza uscì Dolcetto,il pasticciere di corte,"(e brava Rosaspina)" pensò Biancaneve accennando un sorriso,era giusto,era giovane e bella...come lei...
La carrozza la stava portando nel bosco dov'era la casa dei nani,il viaggio era lungo e Biancaneve pensava al periodo vissuto in quella casa.Era ospite perciò trovava giusto collaborare e fare ciò che poteva visto che loro lavoravano e la mantenevano.Ogni mattina preparava una ricca colazione ed un buon pranzo al sacco per il giorno,poi dopo aver spolverato (e non era un gran lavoro vista la grandezza della casa) andava a rifare i loro letti,spesso trovava delle macchie giallastre sulle lenzuola ma,nella sua ingenuità non aveva mai capito cosa fossero,pensava che la pelle degli uomini trasudasse durante la notte!Le venne da ridere,ora sapeva e capiva anche il perché dei rimbrotti di Brontolo,delle occhiate di Dotto e delle carezze che voleva Pisolo prima di dormire.Quante volte quando la sera rientravano le si stringevano tutti addosso come per ringraziarla,ora sapeva il perché di quelle effusioni,la rispettavano ma non disdegnavano di tastarla casualmente specie sul sedere,ma erano sette uomini soli in un bosco,e in fondo anche se non sapeva il perché non le dispiaceva essere toccata,anzi,si era sempre sentita uno strano languore dentro ma non aveva mai capito cos'era...
Finalmente la carrozza arrivò alla casa dei sette nani,era proprio come l'aveva lasciata,il postiglione la aiutò a scendere e scaricò il baule che aveva portato con se:"Bene" disse Biancaneve," torna a prendermi fra quatto giorni,anzi no...una settimana,se il principe torna prima mandami un messaggero perché voglio fargli una sorpresa."Così dicendo e con il cuore che già le scoppiava in petto entrò nella casa.Subito corse verso i letti,guardò sotto le lenzuola e a stento soffocò un sorriso,le macchie erano lì e più grandi che mai!
Si sentiva fremere dentro mentre sistemava il disordine che avevano lasciato,quindi preparò una buona cena per i suoi 'ometti' e infine andò al bagno per prepararsi...Mentre stava rilassandosi nell'acqua calda si guardò intorno e finalmente li vide!...sette piccoli buchi nella porta che partivano dalla serratura fino quasi al pavimento...piccoli porcellini,se fosse stata più scaltra e meno ingenua...
ah!...quanto tempo aveva perso!..Si alzò dalla vasca,si asciugò e,profumatasi con una leggera essenza aprì il baule e preparò il vestito che aveva deciso di indossare quella sera per fare in modo che fossero loro a fare la prima mossa,e se non ne avessero avuto il coraggio ci avrebbe pensato lei,ormai era decisa ad andare fino in fondo...Prima mise il corpetto nero che le sosteneva il seno senza coprirlo,poi eliminò le mutande che erano troppo scomode e poco eccitanti,mise le calze nere legate alle cosce con un nastrino rosa che quando si muoveva le sfiorava il pube facendole esplodere nel ventre una forte voglia,mise una camicietta bianca lasciata slacciata casualmente in modo di permettere una buona visuale sul seno,e infine una gonna di lino molto ampia che si sarebbe alzata facilmente col minimo soffio di vento..."Lari lari hooo...lari lari hooo" li sentì cantare,erano di ritorno,allora si nascose per vedere la loro reazione:" Hoooo!" esclamarono quando entrarono, "Chi si è permesso di entrare..."disse Brontolo volgengo lo sguardo attorno, "Quanta roba buona da mangiare..." disse Cucciolo avvicinandosi alla tavola imbandita," E' Biancaneve" disse saltellando dal piacere Dotto.Come erano carini,Biancaneve era pronta e più eccitata che mai:" Eccomi" disse uscendo dal nascondiglio, "voglio stringervi tutti forte a me." "Biancaneve" risposero in coro i nanetti gettandosi addosso alla loro 'Principessina', "che bella sorpresa,e il Principe?" "Non c'è" rispose lei,"sono tutta per voi non siete contenti?" "Siiiii" risposero in coro.Si misero a tavola e mentre gustavano quelle cibarie si raccontarono gli avvenimenti accaduti in quei due anni di lontananza,poi dopo cena accesero il camino e si misero in circolo continuando nei ricordi.Biancaneve decise che era arrivato il momento di muoversi,ormai era troppo eccitata tanto da sentire dolore al ventre,si alzò e con la scusa di scaldare un boccale si diresse verso il fuoco,sapeva che controluce quella gonna di lino era assolutamente trasparente,si chinò allargando un po le gambe in modo che si vedessero bene le sue curve e che non indossava le mutande,sentì che un rivolo di umore le scivolava fra le cosce quando le arrivarono alle orecchie i sospiri repressi di desiderio di qualcuno di loro.Si girò e sempre rimanendo con le gambe divaricate ben dritta davanti a loro chiese: "Bene,allora chi vuole essere il primo...a bere?" "Eeeetcì!...io" rispose Eolo, "ne ho tanto bisogno." "Prendi" rispose Biancaneve accoccolandosi vicino a lui e porgendogli il boccale.Gli altri sei stavano cercando -con indifferenza- di guardare oltre quel nastrino rosa che era rimasto accidentalmente scoperto.
Biancaneve sentiva quegli sguardi eccitati che pareva volessero violentarla e si sentiva pronta ad esserlo,prese il boccale e fece per alzarsi,un movimento sbagliato e tutto il vino cadde sulla gonna," Oh!mi sono macchiata tutta" disse alzando la gonna dritta in piedi davanti ai nani seduti e con la visuale completamente aperta,allora Dotto,mostrando una audacia insospettata,mise il palmo della mano sul suo pube come a coprirlo alla vista degli altri, "Mmmmmm...."sospirò Biancaneve facendo scivolare la sua mano fino ad afferrare quella di Dotto che mise fra le cosce che strinse con forza, "Così....cosìììì...." fu come un segnale,tutti si alzarono e presero a palparla,i vestiti erano spariti come per incanto,era rimasta solo con le calze e intorno aveva sette piccoli uomini nudi,piccoli ma il suo principe era più piccolo del più piccolo.Biancaneve sentiva come se il cervello fosse volato e ormai voleva tutti da tutti.
Si sentì succhiare i capezzoli da due bocche vogliose,ne strinse con forza le teste come volesse farsi divorare il seno mentre una lingua vorticava infilata dentro la vagina aperta e densa di umore e  sembrava arrivarle fin dentro lo stomaco provocandole sensazioni celestiali,un'altra lingua le leccava con forza l'altro buchetto premendo per entrare...era una sensazione stupenda! Qualcuno stava mordicchiandole il sederino provocandole spasmi di piacere,e ancora una lingua giocava col suo obelico e sembrava quasi incontrarsi con la lingua che le giostrava dentro....
Biancaneve avrebbe voluto rimanere così per sempre,non voleva perdere nemmeno un istante di quel piacere;si sentì spingere a terra delicatamente,si trovò con le palme delle mani sul pavimento così come le ginocchia,pensò a quando avevano preparato nelle stalle reali la vacca per la monta...e così si sentiva...ma era una sensazione stupenda! Ormai era come si trovasse in un fantastico sogno dal quale non avrebbe mai voluto svegliarsi.
Sentì sdraiarsi sotto di lei Dotto che,baciandola sul collo le allargava la vagina ormai più che pronta,
e,finalmente,l'esplosione...!!!Sentì entrare dentro tutto quel membro lungo e turgido,allora spinse più giù il ventre per prenderlo tutto,non voleva perderne nemmeno un pezzettino...aprì la bocca per esprimere tutto il suo piacere ma si trovò due cappelle tumide e battenti di voglia sulle labbra, cominciò a farci roteare sopra la lingua indecisa su quale prendere per primo ma scoprì presto che poteva tenerle ambedue in bocca,allora cominciò a succhiare dando ogni tanto una slinguata prima su uno poi sull'altro membro,fino ad arrivare ai testicoli che sentiva gonfi e palpitanti, poi ricominciava...Sentì Brontolo borbottare qualcosa,forse..."Io,prima io,sono il più vecchio e ne ho il diritto." e sentì come un ferro rovente entrarle dietro,all'inizio sentì un gran dolore che fu subito annullato dal piacere che provava nell'avere tutti i buchi occupati,cominciarono a muoversi tutti insieme,davanti,dietro,in bocca,sentiva mille mani che la toccavano dappertutto scoprendo punti sensibili del suo corpo che mai avrebbe immaginato di avere.
Sentì un fiotto caldo in bocca,il suo sposo non aveva mai voluto farglielo assaggiare,e lei ormai si era scoperta cortigiana e questo non le dispiaceva affatto....si fece girare lo sperma in bocca,aveva un sapore strano ma buono,allora cominciò ad ingoiarlo,un fuoco caldo le scorreva dalla gola fino allo stomaco...si sentiva in Paradiso!Continuò a leccare quel membro fino a non farne uscire più una goccia,allora si trovò a succhiarne un'altro,cominciò a muovere velocemente la testa per riprovare quel sapore pregustando già anche quello degli altri...
Dotto si levò da sotto," vengo...vengo..."disse,mentre Pisolo veloce prendeva il suo posto e Biancaneve -che non voleva mandare sprecata nemmeno una goccia di quel nettare- aprì subito la bocca,ma il fiotto uscì prima inondandole le labbra,il mento e la mano di Dotto che lo sorreggeva,allora cominciò a leccare tutto con avidità,leccò a fondo anche la mano e i testicoli di Dotto e questo eccitò maggiormente gli altri nani,mentre Brontolo esplose come un vulcano dentro il suo culetto.Biancaneve si sentiva ormai piena,ma,prima di poter parlare sentì che qualcuno sostituiva Brontolo e che un nuovo fiotto di sperma le riempiva la bocca,era il massimo!
Biancaneve cominciò a tremare come una foglia,era venuta almeno sette volte ma questa era l'esplosione decisiva...inarcò la schiena e stringendo i muscoli del sedere e della vagina,e senza lasciare il membro che aveva in bocca -quasi volesse ingoiarlo-, diede dei forti colpi di reni fino a perdere completamente le forze,poi,rilassandosi si sdraiò su un fianco guardando quei tre mambri non ancora assaggiati dalla sua lingua vogliosa,si avvicinò al primo e prese a leccarlo,ma era troppo stanca e le facevano male le mandibole," Non importa" disse Cucciolo, "non preoccuparti Principessina domani è un altro giorno e allora..." sorrisero tutti compresa Biancaneve,poi si sdraiarono ognuno nel proprio lettino e si addormrntarono stanchi e soddisfatti.
Il giorno seguente Cucciolo svegliò Biancaneve con un dolcissimo bacio,andarono assieme al tavolo dove gli altri la aspettavano per fare colazione,non c'era imbarazzo,tutti sapevano che ciò che era accaduto era una conseguenza naturale,i sette nani amavano da sempre Biancaneve,e lei,anche se no lo aveva mai espresso,provava per loro lo stesso sentimento."Voglio chiedervi una cosa" disse Biancaneve con un dolce sorriso," perché quando ho vissuto qui non avete mai provato a....oltre a spiarmi quando stavo in bagno?" i nani arrossirono per l'imbarazzo,poi si fece avanti Dotto:"Vedi principessina,quando abitavi con noi eri molto giovane ed ingenua,noi ci accontentavamo di guardarti e di sognarti perché era nel tuo destino l'incontro ed il matrimonio con il Principe, l'avevamo scoperto facendo parlare un complice della strega cattiva,perciò dovevi rimanere vergine e ingenua,e allora..." "Capisco" lo interruppe lei, "però potevo rimanere vergine e fare tante altre cose.." disse facendo scivolare la lingua sulle labbra, "Non fare così altrimenti non andremo più a lavorare" disse Brontolo, " No,no" riprese Dotto, "non potevamo fare niente perché tu oltre che vergine dovevi essere ingenua e senza ombra di malizia,lo capisci questo?Rischiavi di non sposare il Principe Azzurro se noi..." " Si" rispose Biancaneve inarcando le ciglia, "però...quanto tempo perso..."Si fecero una grossa risata e poi,dopo averla baciata,corsero a lavorare con una leggerezza che non avevano mai provato prima.
La settimana volò in un lampo,tutte le notti inventarono giochi nuovi e Biancaneve era diventata più donna e più bella che mai,ma come tutte le cose belle anche quella finì col ritorno del Principe.
Si presentò la mattina dell'ottavo giorno per riprendere la sua sposa,bussò alla porta e Cucciolo lo fece entrare, "Ciao amore" disse Biancaneve andandogli incontro e baciandolo con passione," non potevo più stare senza te,sai,al castello mi annoio tanto e quando tu non ci sei mi sento inutile,allora sto volentieri con i miei piccoli amici per aiutarli come facevo una volta,e poi adesso la strega non c'è più...sei in collera con me?" Il principe la guardò con amore,Biancaneve indossava un vestito di velluto scuro sopra le quattro sottogonne,e non si vedevano nemmeno le mani coperte dai guanti, "Ma no," le disse," anzi sono contento se durante i miei frequenti viaggi ti distrai con i tuoi piccoli amici piuttosto che con i cavalieri di corte sempre pronti ad insidiare la virtù delle gentildonne,puoi venire quando vuoi uccellino mio." Biancaneve arrossì leggermente e abbassando la testa ringraziò il suo sposo dal cuore d'oro per la fiducia che riponeva in lei,poi si avviò verso la carrozza.
Quando salirono si fece avanti Brontolo: "E il regalo che avevi preparato per il tuo principe sposo vuoi lasciarlo qui?" così dicendo diede un pacco al principe che lo aprì,erano due splendide corna di cervo con sette diamanti incastonati e brillanti di luce vivissima.
Il principe li ringraziò uno ad uno e mentre risaliva commosso sulla carrozza non si accorse dello sguardo che Biancaneve aveva dato alla sua agenda-pergamena per vedere quando lui sarebbe ripartito e pregustare così il ritorno nella piccola casa nel bosco dai suoi piccoli ma 'grandi' amici dei quali sentiva già la mancanza,e tutto con l'approvazione del suo dolce sposo e per il tempo a venire...

venerdì 10 febbraio 2012

La Tavola spezzata

L’aria nella stanza si era fatta pesante, la testa cominciava a ciondolare alla ricerca di un appoggio che le permettesse di non staccarsi dal collo, il professore Raggi guardò l’ora nel vecchio L.P. dei T.Rex trasformato in orologio digitale e appeso come vecchio cimelio sopra la laurea risalente a ormai tanti –troppi- anni prima, erano le 23,40;girò lo sguardo a fatica verso la pila di tesi da correggere…e sentì le braccia cadere come si arrendessero ad una gravità decuplicata; era ora di staccare la spina e rimandare al giorno dopo quell’impegno. Si alzò con la sveltezza di un bradipo e si stirò fino a sentire scricchiolare almeno la metà delle ossa, era quasi arrivato al bagno quando il telefono squillò, “(chi può essere a quest’ora?)” pensò mentre afferrava la cornetta, non era abituato a ricevere telefonate dopo le 21, i suoi amici e i colleghi di lavoro sapevano che per ogni comunicazione dovevano rispettare quell’orario, :”…Pronto…oooh caro, vecchio amico Lucio, come va? A cosa debbo l’onore di questa chiamata?...”  Lucio Santi era un docente universitario ora in pensione, studioso delle lingue morte aveva messo anni addietro in subbuglio l’ambiente dell’archeologia con le sue teorie inerenti la costruzione delle piramidi legandola allo sfruttamento di ominidi alti più di tre metri e dotati di una forza eccezionale, ma con il cervello di un animale domestico facilmente addomesticabile, teoria che a suo parere aveva estrapolato da vecchi papiri trascritti in geroglifici ‘dialettali’ e mai interpretati da alcuno e da antiche incisioni Maya. Era indubbiamente una mente eccelsa ma Silvio ancora non capiva il perché della telefonata a quella ora tarda. “ Silvio” disse Lucio senza tanti preamboli come era nel suo carattere, “ti aspetto domani perché credo di aver fatto una scoperta che metterà in subbuglio il mondo scientifico e anche le coscienze…quando puoi venire a trovarmi?” Lucio rifletté velocemente, la mattina aveva un’ora di lezione, poi il programma era di terminare la correzione delle tesi ma, data un’occhiata alla pila che vedeva sempre più enorme delle stesse, decise che sarebbe stato più…riposante andare da lui, “Verso le 11 va bene?’’ “D’accordo, ti aspetto” rispose Lucio, “buona notte…” e staccò la comunicazione, tipico di Lucio, essenziale e stringato. Silvio riagganciò e si preparò per la notte, il sonno lo colse mentre si poneva 1.000 domande sulla presunta scoperta. Il mattino seguente mentre impartiva una lezione sui Dogma religiosi nei secoli bui ai non molto attenti studenti, sentì il cellulare che aveva nella tasca della giacca vibrare per una chiamata, aveva dimenticato di spengerlo e non voleva rispondere avendone vietato l’accesso nell’aula a tutti, ma l’insistenza era esasperante allora lo prese per leggere chi fosse a chiamarlo, a quel gesto si sollevò un coro di  ‘buuuu..’ ritmato da un battito di piedi da parte degli astanti, era Alessandro, uno dei suoi studenti in quel momento latitanti: “Alessandro perché invece di telefonare non sei venut…” fu interrotto da una voce strozzata ed isterica “Prof venga subito a casa del professor Santi è successo…” le urla e i rumori non facevano capire bene cosa dicesse, quindi alzando un braccio come per scusarsi con i suoi alunni Silvio uscì in corridoio “Non ho capito, cosa devo fare?” il sibilo di voce singhiozzante che rispose gli ghiacciò il sangue nelle vene prima della risposta “ Venga a casa del professor Santi la prego…è morto…” “Morto? Ma come…aspettami lì arrivo subito” rispose mentre già correva verso l’uscita dell’ateneo incurante delle rimostranze della donna delle pulizie che aveva da poco lavato il corridoio. Salito in macchina corse come mai aveva fatto, consapevole di un paio di multe che gli sarebbero arrivate per essere passato con il rosso e per non aver rispettato qualche stop. Arrivò nei pressi della casa di Lucio, Alessandro lo attendeva accanto al portone, era pallido e si piegava in due come in preda a convulsioni o conati di vomito. “ E’ morto, l’hanno ucciso…” ripeteva come in trance, poi, finalmente, riuscì a vomitare, e quell’atto servì se non altro a calmarne gli spasmi che lo rendevano quasi epilettico. “Dov’è?” chiese allora Silvio “nel suo studio, bisogna chiamare la polizia…” aspetta,” replicò prontamente lui, “voglio prima vedere se hai sbagliato” così dicendo si diresse verso le scale che lo portavano nell’appartamento “non ho sbagliato…” diceva Alessandro, ma Silvio già entrava nello studio di Lucio. Lo vide piegato in due col capo poggiato sulla scrivania in posizione innaturale, una chiazza di sangue scura e secca colata dalla nuca fino alla scrivania quindi sulle ginocchia, e seguendo quasi una linea armonica fin sulle scarpe e il pavimento, gli fece pensare che la macchia che si era allargata in terra era come il disegno di un torrente di lava infuocato che aveva raggiunto il suo letto…strane le evoluzioni che fa il cervello anche in occasioni drammatiche come quella… Ripresosi da questi pensieri deciso si diresse verso il computer dove sapeva che Lucio riportava aggiornandolo maniacalmente il risultato dei suoi studi, forse li avrebbe trovato la risposta alla telefonata ricevuta il giorno prima. Con sua somma sorpresa vide che il modem era aperto e che l’hard disk era stato sottratto, passato lo sgomento, senza perdersi d’animo, lo accese sperando…ed ebbe ragione, chi aveva asportato il disco non aveva pensato a controllare il masterizzatore, dentro c’era un dvd che prontamente si mise in tasca, quindi spense di nuovo il p.c. e si diresse verso l’antica libreria che occupava una intera parete. Dei rumori provenienti dall’esterno lo bloccarono, “Prof. Bisogna chiamare subito la polizia…” era Alessandro, non entrava per non vedere di nuovo quello scempio, ma Silvio aveva ancora bisogno di qualche minuto :” La chiamo subito, stai tranquillo,” e, avvicinandosi alla porta, gli diede le chiavi della macchina aggiungendo   “ nel cruscotto trovi una piccola macchina fotografica digitale, prendila e portamela per favore, prima che arrivi la polizia voglio fotografare una cosa.” Alessandro non fece domande e scese le scale, Silvio, indossati un paio di guanti in lattice si diresse velocemente verso la libreria, i sostegni erano riproduzioni in legno massiccio di facce di leone, si abbassò verso quella sulla sinistra e la girò in senso antiorario, un click lo avvisò dell’avvenuta apertura di un cassettino segreto mimetizzato nella giuntura centrale, era uno spazio minimo ma sufficiente per nasconderci un diario dove sapeva che Lucio trascriveva i suoi studi più importanti, e delle micro cassette di un registratore mimetizzato in un libro che si attivava vocalmente; mise anche questi elementi al sicuro in tasca, aprì il VI tomo dell’’Enciclopedia sull’economia globale’ che, gli aveva detto, nessuno avrebbe mai letto, ed estrasse l’ultima cassetta dal registratore ivi celato, quindi richiuse il tutto e gettò i guanti nel cestino. Aveva finito in tempo, Alessandro gli portò la macchinetta fotografica passandogliela dallo spiraglio della porta, scattò delle foto in attesa dell’arrivo della polizia che nel frattempo aveva chiamato. Fotografò ogni angolo possibile dell’appartamento e del corpo del suo povero amico, quindi scese le scale e andò da Alessandro che lo attendeva seduto sugli ultimi gradini. Vide che si era ripreso abbastanza per affrontare una conversazione:” Perché non sei venuto a lezione oggi?” gli chiese senza affrontare direttamente il motivo della sua presenza lì, “Perché come ogni mattina prima di venire all’università porto un caffè ed un cornetto al prof…” dicendolo le lacrime spuntarono dai suoi occhi, facendo uno sforzo per trattenerle riprese “…perché era sempre preso nei suoi studi fino a dimenticare perfino di mangiare…poi corro fino all’Ateneo, per questo a volte ritardo un pò… ”  si interruppe per fare un grosso sospiro poi riprese:”…questa mattina ho fatto lo stesso, ma quando sono arrivato ho trovato la porta socchiusa, ho chiamato ma non rispondeva, sono entrato e ho visto…’’ li non poté trattenere un singhiozzo, respirò più volte profondamente e riprese:”…ero come uno zombie, non riuscivo a comprendere, o forse lo rifiutavo, quello che avevo visto, sono tornato in strada, ho fatto un giro del palazzo e quando ho cominciato a comprendere e a sentirmi male non sapendo cosa fare le ho telefonato…” era tutto chiaro, Silvio vedendolo in quello stato comprese che doveva farlo continuare a parlare: ”Eravate tanto amici? Per portargli la colazione…” “Non amicizia, ma avevo un gran rispetto per lui, inoltre nel pomeriggio studiavamo insieme, nel senso che, quando non era preso da cose più importanti, mi aiutava…” rispose Alessandro,  “(ecco perché sei così bravo e preparato)” pensò Silvio, la conversazione fu interrotta dalle sirene di un paio di macchine della polizia che con uno stridio di freni si fermarono davanti al portone.


mercoledì 9 marzo 2011

Istinto felino pag. 164-165

Qualcosa si andava incrinando in uno dei tanti misteri italiani. A Roma la commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi accusava organismi politici e autorità militari di aver depistato le indagini concernenti la strage di Ustica. Non era il caso di urlare al miracolo anche perché dopo altri anni non se ne sarebbe venuti a capo,ma l'incrinarsi la cappa di omertà circondante il 'Palazzo' faceva sperare che le cose potessero instradarsi in un binario più corretto e lineare nei rapporti Potere-Cittadino...Pia illusione...
Verso la metà del mese rientrando dal mare salutavo Roberto dandoci appuntamento al Pub53 dopo aver cenato per andare a farci una steccata al biliardo. Fatta la doccia e cenato mi diressi verso la macchina parcheggiata davanti alla fermata dell'auto e mentre aprivo la portiera notai una biondina che attendeva il bus semi nascosta dietro un albero: ''E' domenica sera,già non passano quasi il giorno,a quest'ora la vedo dura,comunque se vuoi ti accompagno a casa...''buttai lì salendo in macchina. Non mi aspettavo risposta ne mi interessava più di tanto,ero partito per andare a fare una partita quindi ero tranquillo.
Stavo mettendo in moto quando sento bussare sul finestrino,lo abbasso e:''Se puoi veramente accompagnarmi mi fai un favore,sono quasi 40 minuti che aspetto,comunque non abito lontano,sto vicino al 'Gemelli'.Aperta la portiera la prima cosa che notai quando entrava era una coscia lunga e ben modellata che si adagiava sul sedile seguita dall'altra gamba che non aveva niente da invidiare alla prima,'' Ok nessun problema,ma devo passare un attimo da un amico che mi aspetta in un bar qui vicino,a proposito,sono Renato'' risposi dandole la mano che lei strinse replicando''E io sono Eva,ma se hai un appuntamento non voglio che ritardi per me...'' ''tranquilla devo solo dirgli una cosa poi non so dove deve andare,non abbiamo appuntamenti speciali.''mentii percependo che forse la partita a stecca avrei potuto giocarmela non al biliardo,feci un'inversione a U per cambiare corsia e qualche secondo dopo vidi l'autobus che arrivava,lo presi come un segno del destino e sentii come un senso di calore salirmi dalla pancia fino a riempirmi tutto. Fermata la macchina fuori dal Pub andai da Roberto:''Roby ho caricato una ragazza che aspettava l'auto,se ti va di aspettare l'accompagno e tra venti minuti torno,ma se non mi vedi entro mezz'ora...ti dispiace se rinunciamo al biliardo?'' ''Ma va a quel paese,conoscendoti è inutile che aspetto,fa come ti pare,certo una partita me la sarei fatta'' rispose ironicamente,allora tanto per continuare il gioco ''non si chiama partita ma se non me la faccio un po' mi dispiacerebbe,vieni te la presento''replicai,ma si stava facendo una chiacchierata con un paio di amici del calcio che aveva incontrato quindi non venne ''Faccio due chiacchiere con questi amici poi vado a casa,ci sentiamo la prossima settimana,ciao'' ''Ok,alla prossima...''e tornai da Eva. Conoscendo Roberto sapevo che se fossi passato tre ore dopo lo avrei trovato ancora a parlare con quegli amici,lui giocava a pallone in modo semi professionistico ed era anche molto forte,avevo avuto modo di vederlo e di sentire i commenti dei tifosi 'rivali' quando andavo a vederlo giocare anche in campi fuori dalla provincia,ed essendo anni che giocava conosceva molta gente,infatti ogni volta che uscivamo,in qualsiasi parte di Roma,o anche girando in macchina,incontrava sempre qualcuno e cominciavano a parlare fino a volte a farmi prendere la decisione di lasciarlo li e andarmene.
''O cavolo Eva,ti dispiace se prima di accompagnarti passo un attimo a casa?Ho lasciato patente e portafoglio perché pensavo di arrivare solo al Bar,ma se ti accompagno e mi ferma la polizia è una bella rottura..'' bugia bella e buona,ma lei fece finta di credermi e approvò,anche di seguirmi a casa una volta arrivati adducendo la scusa che doveva andare in bagno,secondo me era una bugia bella e buona,ma chi ero io per giudicare?...
Si dimostrò essere una ventiseienne spregiudicata e senza remore nel chiedere (letteralmente) di darle quello che più la faceva godere...un cetriolo...o una zucchina gigante...o una banana verde e dura...o qualsiasi cosa somigliasse a quei prodotti ''Ma di un bel cazzo non se ne parla?''mi venne spontaneo domandarle mentre finivo di sfilarle le mutandine,''Certo,ma mi piace eccitarmi masturbandomi prima così,non hai proprio niente?'' frutta e verdure varie non le avevo anche perché abitando ormai ad Avezzano quel 'rifugio' era solo un appoggio logistico che usavo solo in occasioni particolari come quella,altrimenti dormivo e mangiavo a casa di Anna;ma per fortuna pensai a vecchie foto e all'oggettistica usata,stura lavandino,bello,in plastica dura e anche frastagliata come certi oggetti sexy molto venduti,e anche alla bomboletta del gas che già avevo usato ma che ben lavata era tornata come nuova. Presi quei surrogati e glieli diedi,''Dai masturbati davanti a me,voglio vederti e immaginare di prenderlo tutto dentro'' e così dicendo allargava le gambe e cominciava ad introdurre lentamente la bomboletta,''(ma perché devi immaginarlo quando ce l'hai a disposizione...non capisco proprio)'' pensavo,ma la scena che cominciavo ad inquadrare era veramente eccitante e mi ritrovai a masturbarmi seguendo quasi ipnotizzato quella bomboletta e lo stura lavandini che,attaccato allo specchio in modo che potesse vederlo bene quando entrava,la penetrava dietro mentre lei in ginocchio era piegata in due,temevo le si spezzasse il collo piegato in modo innaturale per seguire da sotto quello spettacolo riflesso. Urlava di piacere mentre muoveva freneticamente la bomboletta e faceva roteare il bacino,guardando il mio membro pronto ad esplodere aprì la bocca e senza indugio alcuno,tenendole stretta la nuca,le spinsi la cappella ormai grondante fino in gola,ansimando e godendo insieme a lei che oltre la bevuta e il nevrotico leccare-succhiare-ingoiare-sbavare,continuava a muoversi in modo sempre più frenetico fino a diventare paonazza e ad esplodere con una sequenza di scatti e con la testa sussultante poggiata sul mio ventre. Quando ci rilassammo la strinsi forte a me dicendole:'' Sei stata stupenda...ma dopo vorrei entrarci anche io nelle tue intimità,ok?...Magari io davanti e una cosa dietro e viceversa,basta che ti va bene,che ne dici?'' ''Certo,ma fammi riposare un pochetto...o vai di corsa?'' anche fossi andato di corsa,dopo quella folle masturbazione non sarei stato pronto,ci mettemmo sotto le lenzuola e ci addormentammo,per svegliarci un paio di ore dopo,quando,dopo aver giocato ancora un po' per eccitarsi,fu pronta per avere un rapporto 'normale'..
La guerra mafia-stato continuava,e sulla S.S. Agrigento-Caltanissetta un agguato poneva fine alla vita del giudice R. Livantino,una quindicina di giorni dopo a Dusseldorf ,in Germania,venivano arrestati i presunti assassini,P. Amico e D. Pace.
Nel frattempo l'Anonima Sequestri rapiva l'undicenne A. De Megni,che i N.O.C.S.
fortunatamente libereranno tre mesi dopo.
Mentre a Roma Occhetto presentava i nuovi nome e simbolo del nascente P.D.S..a Milano veniva scoperto un vecchio covo delle B.R. contenente armi documenti e copie delle ultime lettere scritte in prigionia da A. Moro,copie finite nel vorace,fagocitante buco nero custodente ogni tassello del puzzle sempiterno riguardante i 'Grandi Misteri Italiani'...  

Istinto felino pgg. 20-22

qualche mese stavo con Rita,alla quale avevo chiesto a luglio se voleva 'unirsi' con me,come ovvio lei chiese una settimana per pensarci ed io gliela accordai,ma dopo 3 giorni mentre scendevo per andare al solito bar,incontrai un amico,Giovanni,che mi chiese se volevo partire con lui per un mese in vacanza vicino ad Ostuni,alla mia risposta che non avevo soldi ne per mangiare ne per le sigarette,mi rispose di stare tranquillo che li aveva lui,quindi mi fece vedere quello che aveva in macchina,era una Mini Minor rossa,aprì il cofano ed era pieno fino all'orlo di pasta,scatolette di sughi, legumi,caffè e spezie varie,inoltre anche il sedile posteriore era impegnato di cibarie,tenda,mute pugnali e fucili subacquei. Andai a casa,presi costume,accappatoio,un jeans e due magliette per il ricambio,salutai Anna e partimmo. Evitando autostrade e paesi arrivammo a Barletta verso le 19 di sera,Giovanni si fermò da un benzinaio e chiese 500 lire di benzina,alla mia domanda del perché non ne mettesse di più visto che poi ci sarebbe servita,rispose che quelli erano tutti i soldi che aveva...e dovevamo restare un mese!...Era buio quando arrivammo a Marina di Ostuni, proseguì per oltre mezzo chilometro,quindi scendemmo per piantare la tenda,la spiaggia era di natura lavica,ma riuscimmo a trovare uno spazio abbastanza sabbioso (l'unico da come vidi il giorno seguente) di 6/7 mq fatto tipo buca,infatti della tenda ne erano visibili all'esterno poco più di 30 centimetri,e ci sistemammo per la notte. Eravamo abbastanza stanchi per il viaggio,quindi ci mettemmo subito a dormire;nel dormi-veglia sentivo botti e sirene,pensai che era una festa con fuochi di artificio e casini vari,quindi non dandogli tanto peso mi addormentai tranquillamente. La mattina seguente uscimmo pronti per tuffarci in acqua,ad un centinaio di metri c'erano dei poliziotti che frugavano tra gli scogli,Giovanni mi disse che probabilmente cercavano qualche contrabbandiere di sigarette,allora ci tuffammo pronti alla caccia subacquea come programmato,lui,presa una boa gonfiabile,si allontanò dagli scogli circa una cinquantina di metri,io restai più vicino agli stessi,un po per controllare che nessuno si avvicinasse alla tenda,ma anche perché,avendo programmato una pesca ai polipi,era più facile trovarli attaccati alle rocce. Dopo la sesta emersione si avvicinò una persona che mi chiese se potevo fargli un favore,se cioè potevo mettere delle casse che galleggiavano sbattendo sugli scogli,dentro una grotta naturale che era lì accanto,ma di fare presto perché la polizia era ormai ad una trentina di metri,allora le spinsi dentro e le arenai all'interno della grotta,lui mi ringraziò e disse di non preoccuparmi di altro perché prima di sera,prima cioè che arrivasse l'alta marea,qualcuno avrebbe portato via le casse,detto questo se ne andò tranquillamente salutando i poliziotti. Quando Giovanni uscì dall'acqua,rientrammo nella tenda per sistemarla e scoprimmo con stupore che c'erano 4 buchi quasi al limite della stessa,erano 2 in entrata e 2 in uscita,quei botti che avevamo sentito la notte era uno scontro a fuoco fra polizia e contrabbandieri,altro che fuochi artificiali...Dal giorno dopo e ogni 5 giorni,scoprimmo che qualcuno di notte metteva una stecca di sigarette sotto gli asciugamani che erano fuori dalla tenda. Giovanni prendeva molto pesce,io altrettanti polipi,anche perché un vecchio pescatore del posto mi aveva insegnato il modo migliore per prenderli,legata ad uno spago una zampa di gallina e uno straccio bianco che attirava l'attenzione del polipo,lo facevo ballare nell'acqua,il polipo ci si attaccava e non mollava più,allora lo tiravo fuori,lo mettevo dentro un grosso secchio con l'acqua di mare,e quando era pieno assieme ai pesci presi da Giovanni,andavamo al porto e vendevamo il tutto alle pescherie. Rimediavamo così i soldi per la benzina ma niente più,però potevamo andare in qualche campo nei dintorni a prendere un po di semi di carrubba,erano dolci e,sopratutto gratuiti,oppure a fare una passeggiata fino a Ostuni,o a trovare un amico prete che lui conosceva essendo anni che praticava la zona,mangiavamo il pesce che restava fresco e buonissimo,assieme alle patatine cotte al cartoccio nella cenere interrata e tanta pasta,ma avevamo anche voglia di pizza e altro,allora Giovanni,ragazzo dalle mille risorse,ebbe un'idea,vicino al porto c'era una specie di pizzeria-bar-balera dove si svolgeva la vita notturna,scavalcato il muretto in un punto buio,entrammo mischiandoci ai presenti,quindi,adocchiammo chi ordinava qualcosa e,approfittando della confusione,prendemmo lo scontrino che ancora non era stato rotto dal cameriere,potendo così permetterci 2 pizze con coca cola annessa...Un'altra volta dicendomi che andavamo a fare un giro,si diresse un po più all'interno,verso la campagna,bloccò la macchina e scendendo mi disse di mettermi al volante,io ero un po stupito perché solitamente non mi faceva guidare,mi diede indicazione di dove andare senza fretta,arrivati all'altezza di un'aia,cacciò fuori dal finestrino il fucile da sub e fiocinò una gallina,poi,mentre il contadino ce ne diceva di tutti i colori urlando che andava a prendere il fucile,mi disse di dare a tutto gas e scappare,la gallina starnazzava agitando le ali mentre lui cercava di recuperarla tirando la corda. Ritornati alla tenda fece una specie di spiedo artigianale,spennò la gallina...e finalmente tornammo a mangiare carne. I giorni si susseguivano con trovate e invenzioni varie per sopravvivere,dopo ferragosto il tempo cominciò a mutare,la pioggia non ci impediva di pescare,ma a volte era freddo e rinunciavamo. Poi accadde qualcosa che non sono riuscito mai a spiegarmi anche pensandoci per anni,un giorno pioveva ed eravamo andati a comprare un pò di carne ad Ostuni,ormai eravamo in soldi,tanto è vero che quando tornammo a Roma ci trovammo con circa 80.000 lire in tasca,somma non indifferente allora per 2 ragazzi diciottenni;scesi dalla macchine notammo che dei piedi uscivano dalla tenda,Giovanni mise mano al coltello,anche se so che non lo avrebbe mai usato,con cautela andammo davanti all'ingresso e scoprimmo che c'erano due ragazze,si scusarono dicendo che pioveva forte e si erano rifugiate li per non bagnarsi e se potevano restare ancora un pò,noi acconsentimmo ben volentieri,anche perché erano molto carine e forse di un anno più piccole di noi,lo sconcerto nacque quando si avvicinarono 2 persone dicendo loro di non tardare e che le avrebbero aspettate a casa,erano i genitori,le lasciarono lì e si avviarono verso il porto...Io e Giovanni ci guardammo un attimo,poi,aspettato che i genitori sparissero dalla vista,ci stendemmo accanto a loro tentando un approccio,non fù difficile e ci trovammo a fare quella che definirei come orgia...più tardi le salutammo e non le vedemmo più,anche perché 3 giorni dopo partivamo per tornare a Roma. Credo che questa in assoluto sia stata la migliore vacanza della mia vita...Tornato a casa ripresi il solito trantran,dopo un paio di giorni incontrai Rita chiedendole se voleva altro tempo per pensarci,mi disse no assolutamente tutto d'un fiato,forse temeva un'altra mia lunga sparizione,ci baciammo e ci fidanzammo...
La metà dell'anno successivo un evento raccapricciante perpetrato in California,esattamente in una villa situata a Cielo Drive,a Bel Air, la giovane e bella attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski,all'ottavo mese di gravidanza, e quattro suoi amici,furono trovati massacrati nella piscina della residenza di un produttore discografico. Il colpevole fù immediatamente identificato in Manson,fondatore di una setta la family ',un personaggio psicopatico con ambizioni di rivoluzionario e cresciuto nel mito dei Beatles dei quali sognava di emularne la carriera,grande plagiatore di giovani aveva formato un commando composto da ragazze e ragazzi che nella sua dottrina commisero altri massacri nella zona,arrestato assieme ai sui adepti furono condannati a morte,ma con l'abolizione della stessa in California,la pena fù commutata in carcere a vita,dove tuttora sono custoditi.

domenica 27 febbraio 2011

istinto felino pag.41-42

Frattanto la Fininvest (che cambierà il nome in Mediaset) di S. Berlusconi ottiene il diritto di trasmettere notizie,nasce così su Italia1 Studio Aperto diretto da Emilio Fede,delfino-ameba di Berlusconi che in questo modo può iniziare ad indirizzare messaggi più o meno occulti atti al suo disegno che si esternerà una decina di anni dopo...
Mentre il timore di un conflitto mondiale teneva tutti col fiato sospeso,per coinvolgere Israele nella guerra l'Iraq lanciava nel suo territorio 8 missili Scud che non provocarono danno,poi replicò con altri 37 missili facendo una vittima...l'unico sfigato che passava per caso in quella zona deserta,ma per fortuna Israele reagì solo in modo politico,un suo intervento,per la logica delle alleanze,avrebbe infiammato il Medio Oriente fino ad espandersi con conseguenze disastrose sia nell'area del Mediterraneo che,aggiungendoci motivi politico-religioso,in tutto l'Oriente,poi hai voglia a riempire carrelli del supermercato per le provviste...
Ma in questo caos generale in Italia si trovava il modo di fondare un nuovo partito,'La Rete',promotore L. Orlando,forse la massa non ne sentiva il bisogno,anche perché si misero in giro voci inerenti all'intervento occulto della mafia in quell'idea,ma quando se ne parlava con gli amici si riceveva la risposta che credo sia comune in tutte le chiacchiere da bar,''Si, può darsi,ma perché non è lo stesso per gli altri partiti?Sono tutti una massa di mafiosi.'' Riflettevo sul fatto che se si riteneva che fosse così e si accettava...meritavamo chi ci governava...
Donato e Paola avevano deciso di cercare un nuovo locale per la stagione successiva,lo volevano più grande e centrale. L'ambizione può essere una grande arma ma io non ero convinto del passo troppo frettoloso che si voleva fare,stavamo appena rientrando delle spese effettuate per aprire l'attività e imbarcarsi in nuove uscite prevedevo che sarebbe stato pesante,ma non sono il tipo che punta i piedi e per il momento soprassedei.
Mentre in Sud Africa veniva definitivamente tolta l'Apartheid,a Rimini durante il congresso presieduto da Occhetto il P.C.I. cambia ufficialmente il nome in P.D.S. Contrari erano A. Cossutta e altri che fondarono il Movimento di Rifondazione Comunista,che a fine anno avrebbe preso il nome di P.R.C. Frattanto nasceva un nuovo movimento politico che in un valzer programmato per essere diretto dal principe di turno,condizionerà nel tempo la politica nostrana,'La Lega Nord.'
A Brindisi,in Puglia,avveniva lo sbarco di 15.000 profughi albanesi che fuggivano dai venti di guerra soffianti nel proprio Paese e nella vicina Jugoslavia,a Tirana sommosse di piazza portavano all'abbattimento dei simboli del potere imposti dal dittatore E.Hoxla.
E mentre l' I.R.A. Faceva esplodere 2 bombe a Londra nelle stazioni di Victoria e Paddington,in Iraq si svolgeva una grande offensiva militare terrestre....(pausa)...
Sesta (breve) riflessione.
Non era ancora passato mezzo secolo dalla fine della guerra mondiale ma sembrava che l'opera era stata solo interrotta e che si cercasse di portarla a compimento. Il Medio Oriente era sempre una pentola a pressione pronta ad esplodere,ma essendo storiche le diatribe che da millenni procurano focolai di guerra e continui cambi di alleanze in quella parte del mondo,non ci si agitava molto...finché l'intervento dell'occidente,spinto da interessi economici e pseudo umanitari,rischiava di allargare il pericolo del conflitto fuori da quel perimetro....come effettivamente accadde anni dopo. I dittatori che nel Conflitto erano riusciti a prendere il potere non avevano alcuna intenzione di abdicare in modo pacifico,e questo portava a sommosse che il più delle volte coinvolgevano gli Stati limitrofi,che erano costretti a rafforzare le forze militari nelle frontiere e che dovevano attrezzarsi per ricevere le migliaia di persone che fuggivano agli orrori e alla miseria nelle quali erano costretti. L' Olocausto non aveva insegnato niente,e la pazzia legata alla 'pulizia etnica' si affacciava nella vicina Jugoslavia così come in India e nel nord della Cina. Mentre i terroristi inneggianti alle ideologie più disparate facevano allegramente strage di innocenti per mettersi in mostra e per sovvertire idee e comportamenti politici nei quali non si rispecchiavano...Vero che la natura degli animali (dai quali non possiamo discernere) è votata alla legge del più forte e alla conquista e difesa del territorio. Vero che lo sfoltimento delle unità presenti nel territorio quando si corre il rischio di sovraffollamento porta a 'guerre civili' dove i più forti eliminano i deboli ristabilendo un equilibrio logistico ed alimentare,ma è anche vero che avendo un cervello leggermente più sviluppato degli stessi,forse sarebbe più logico aspettarsi il risolversi dei conflitti con democratiche discussioni senza ricorrere alla forza...ma allora probabilmente non ci chiameremmo uomini...
(ripresa)...Giovanni si era fatto vivo prospettando l'idea di venire a vivere ad Avezzano,che fosse un giramondo lo sapevo,ma non capivo perché voleva lasciare Roma per quello che definiva un 'paese di zombies',comunque mi chiese se una sera avrei potuto dargli una mano a fare il trasloco,doveva solo trovare casa in zona e poi mi avrebbe fatto sapere. Restammo d'accordo che attendevo la sua chiamata e continuai con la vita di sempre.
Mi sentivo pronto ad affrontare una storia,forse seria o forse no,si sarebbe visto col tempo qualora fosse capitata,ma le freddi notti e i vuoti giornalieri avrei voluto riempirli con una gentile presenza.
L'occasione la ebbi quando il piano terra della casa dove vivevo venne affittata ad una coppia di novelli sposi,lui,Tony,era romano e faceva il pendolare con la capitale per lavoro,lei,Assunta,era del luogo,una bella ragazza alta,mora e veramente simpatica,con loro ci scambiavamo battute e studiavamo combinazioni per vincere al lotto,cosa che poi accadde più di una volta. Una sera ebbi l'occasione di conoscere una sua amica,Angela,non molto alta,magra con capelli neri ricci e occhi verdi. Quando col passare dei giorni scoprimmo di sentirci attratti in modo anche forse non molto ortodosso
cominciammo a frequentarci fino a che,dietro mia pressante richiesta ci fidanzammo. Cominciava un periodo abbastanza tranquillo pur se troppo lineare per i miei gusti,comunque ci stavo bene e con lei cominciavo a conoscere i dintorni di Avezzano con il parco nazionale e i paesi medievali sparsi qua e là,fino ad arrivare a Sulmona,altro splendido paese,dove abitava la sorella proprietaria di un negozio di confetti. Da parte mia ogni tanto la portavo con me a Roma e quando era la stagione con le sue amiche anche a Capocotta dove sbarravano gli occhi per quello che 'vedevano'.
Ero entrato in casa di Angela e conosciuto la madre,che dall'inizio mi osteggiò perché ero più grande e maggiormente perché divorziato (anche se questa cosa non riuscivo a comprenderla dato che anche lei lo era) ma mi accettava e invitava spesso a cena per fare contenta la figlia,devo ammettere che tranne quell'osteggiarmi accanitamente mi sopportava,e i pasti che preparava erano veramente squisiti. E per un periodo assaporai il piacere delle feste passate in famiglia,cosa alla quale non ero abituato.
La prima sezione della Corte di Cassazione presieduta da C. Carnevale annullava la sentenza all'ergastolo di P. Calò e G. Cercola assolvendoli dall'accusa della strage del rapido 904,e una ventina di giorni dopo veniva comminato l'ergastolo a M. Abbatangelo con l'accusa di aver fornito ed effettuato l'attentato dello stesso rapido....(pausa)...
Sesta riflessione bis.
Fra i 'Grandi Misteri Italiani' non entravano di diritto solo quelli dei quali non si riuscivano a trovare responsabilità oggettive o politiche essendo interessati alleati o Cosche potenti,ma anche il valzer delle accuse-assoluzioni propinate e sconfessate nel giro di pochi anni. Accuse basate su rivelazioni,indagini e prove incontestabili che procuravano la (ritenuta giusta) condanna,per poi diventare assoluzioni con formula piena e con nuove prove incontestabili basate su rivelazioni e indagini che finivano per condannare elementi mai emersi o di secondo piano,o oramai defunti. L'Italia era da poco formata e forse la politica e la giustizia ancora dovevano essere ben delineate per permettere alla storia di non parlare più di 'Grandi Misteri',ma come ho avuto modo di notare nel tempo,la regressione in quei campi ha prevalso su quei propositi trasformando il tutto in un teatro aspirante solo all'applauso e alla 'merda' fuori del teatro da quantificare in elettori prima di ogni comizio-recital...
(segue)...E mentre a Brindisi sbarcavano altri 25.000 profughi provenienti dall'Albania,a Napoli nasceva un subbuglio indescrivibile alla notizia che Maradona,'il pibe de oro' che aveva riportato lo scudetto nella città,veniva trovato positivo al test della cocaina...
Nuove dimissioni per il governo,il VI di Andreotti lasciava il posto vacante per una quindicina di giorni fino alla formazione del VII...governo Andreotti. Durante quella pausa la Corte di appello di Bologna trovava il modo di assolvere M. Tuti e L. Franci dall'accusa della strage dell'Italicus...Frattanto anche la Georgia dichiarava la propria indipendenza e fortunatamente si poneva fine alla guerra del Golfo con buona pace di tutti. Una tragedia colpiva lo spostamento marittimo,nei pressi di Livorno il traghetto Moby Prince si scontrava con la petroliera Agip Abruzzo,la collisione provocò uno spaventoso incendio che procurò la morte di 140 persone,e il giorno successivo presso Genova un'esplosione sulla petroliera Haven causava 5 morti e 144 feriti oltre a scaricare centinaia di tonnellate di greggio in mare causando una catastrofe ecologica nella riviera.
Ma l'avvenimento che forse procurò più raccapriccio ed orrore fu l'omicidio perpetrato a Montecchio di Crosara da P. Maso che con l'aiuto di tre amici massacravano il padre A. Maso e la madre R. Tessari per riscuoterne subito l'eredità. Avvenimento che portò in seguito altri aspiranti alla facile-bella-vita-da-usufruire-senza-sforzo a seguirne l'esempio,
(anche perché le condanne non erano mai esemplari o si rivelavano fasulle,i media sfruttavano quei momenti e quegli individuo pagando ricche diarie per farli partecipare a trasmissioni varie,generalmente gli autori dei delitti oltre ad avere fans decelebrati scrivevano libri che procuravano altro denaro e che diventavano film o fiction...oltre al non blocco dei soldi ai quali aspiravano e per i quali avevano commesso quei delitti e che venivano resi...anche con l'aggiunta degli interessi maturati nel tempo)...
Lo scontro C. De Benedetti S.Berlusconi in un processo denominato 'Lodo Mondadori',si concluse con la cessione dell'Espresso,della Repubblica e di altre reti di quotidiani a De Benedetti,mentre a Berlusconi toccava il controllo della casa editrice...Per non si sa bene quale strana alchimia qualche tempo dopo i giudici che si occuparono di quella vicenda furono messi sotto processo...Un giorno Giovanni mi telefonò:'' Ho trovato casa da quelle parti,vieni stasera a Roma così mi dai una mano per il trasloco?'' ''D'accordo'' rispondevo,''ci vediamo verso le venti...'' ''No, vieni stanotte all'una,così trovi tutto imballato.'' ''All'una...ok'' all'una,qualcosa mi sfuggiva,perché il trasloco a quell'ora?
Lo compresi quando andai,era tutto pronto e ci mettemmo poco più di un'ora a caricare tutto nelle macchine mentre lui si girava continuamente attorno,ed ad ogni rumore di macchina che sentiva arrivare ci chiudevamo dentro casa aspettando che se ne andasse.
La verità è che stava fuggendo! Credo anche senza pagare l'affitto del quale sapevo che era in arretrato,per fortuna la casa era in quella famosa 'via del peccato' quindi strada privata con poco transito,questo ci permise di essere abbastanza veloci e di partire.
La casa che aveva trovato era a Scurcola Marsicana,un paesino distante da Avezzano una decina di chilometri,scaricammo tutto e tornai a dormire.
A Madras,in India continuava la strage dei Gandhi,il primo ministro R. Gandhi veniva dilaniato dall'esplosione di un kamikaze...pensavo che lo stesso destino accumunava due grandi famiglie,appunto i Gandhi e i Kennedy,quasi seguissero un binario parallelo.
E mentre in Italia il ballo dei partiti portava la Democrazia Proletaria ad unirsi col nascente P.R.C., in Jugoslavia la Croazia e la Slovenia dichiaravano la propria indipendenza facendo così ventilare i primi sibili di guerra,anche se a breve la Jugoslavia avrebbe riconosciuto l'indipendenza della Slovenia.
La telefonia mobile cambiava,partiva infatti a Londra la prima telefonata in G.S.M. Questo mi portava a pensare all'acquisto di un cellulare di dimensioni più ridotte e senza quel canone che mi aveva alzato la bolletta fin quasi ad un milione di lire...
A Roma G. Fini veniva rieletto a grande maggioranza segretario del M.S.I. Ma un nuovo giallo colpiva l'immaginario collettivo,nella sua villa all'Olgiata,quartiere esclusivo di Roma, veniva trovata assassinata la contessa A.Filo Della Rovere,moglie di P.Mattei, le indagini seguirono diverse piste,ma gli interessi legati all'eredità e la poca chiarezza nei personaggi che la attorniavano,fecero si che anche in questo caso il colpevole non fu mai stabilito in via definitiva.
Nasceva anche il primo sito web (w.w.w.) on line,dando il 'là' alla rivoluzione nelle comunicazioni globali che in pochi anni avrebbe coinvolto l'umanità intera permettendo connessioni anche cogli angoli più remoti della terra.
A Bari il mercantile Vlora sbarcava 12.000 albanesi che fuggivano dalla guerra,e 700 di questi sistemati provvisoriamente nello stadio S. Nicola,diedero corpo ad una rivolta che per tre giorni impegnò le forze dell'ordine e mise a subbuglio la città intera.
Angela lavorava per una catena di supermercati della zona,quell'estate sarebbe stato impossibile per me,così come ero abituato,'aprire' e 'chiudere' la stagione balneare,Capocotta sarebbe rimasto solo un bel ricordo. Ma non mi lamentavo,con lei stavo bene e quando lavorava ero libero di sistemare le minuzie tralasciate del lavoro,o facevo lunghe passeggiate in bicicletta nel paese e nei dintorni.

venerdì 7 gennaio 2011

Istinto felino pgg.1-2

                                                         Prima infanzia

Quando venivo al mondo,la guerra era finita da soli sei anni,ma io non potevo saperlo;non potevo sapere che la miseria che avevo intorno,che respiravo nella gente,che aleggiava nell'aria,che mi sentivo addosso,era figlia di quel periodo nero che aveva attraversato l’umanità intera. In realtà non la subivo appieno,non avendo la possibilità di paragone con un altro modo di vivere,questo fino al compimento dei sette anni,poi,come credo fosse comune a molti miei coetanei abitanti nei quartieri popolari,dopo i primi 2 anni di scuola elementare,fui mandato in collegio per continuare gli studi,non perché fossi un bambino vivace o peggio,ma semplicemente perché non avevo la possibilità di essere seguito da nessuno pur avendo quattro sorelle e un fratello più grandi di me. Mia madre era morta investita da un camion mentre attraversava quell’arteria mortale che è Via Casilina, era andata a comprare il latte per preparare un dolce per festeggiare il giorno dopo il mio secondo compleanno…chissà se quel giorno ho mangiato un dolce…Torpignattara, in quel periodo,era quasi periferia estrema,Roma centro mi sembrava lontana anni luce,la strada dove vivevo,forse nell’incoscienza dell’infanzia,e,forse,anche per un buon periodo in età adulta,psicologicamente mi era stata di grande aiuto per formarmi fisicamente e mentalmente,Via Capua,una strada in salita per circa duecento metri,poi con cento metri di piano,e due-trecento metri di discesa,collegante via Casilina a Via Labico,da dove si estendeva un prato che allora vedevo immenso,colorato,profumato,e lontano dai rumori e dalle urla della città. Inoltre,via Capua non era ancora asfaltata,era piena di buche e sassi,e le macchine non vi si avventuravano,quindi noi bambini potevamo sciamare,giocare e urlare senza timore di essere investiti. Col mio amico fraterno,Marco,di un mese più piccolo,e allattato in cooperativa da mia madre perché la sua non poteva,intraprendevamo folli corse da casa nostra,abitavamo lo stesso palazzo,al centro della via,evitando le buche e i sassi,sforzandoci di evitare di sbattere l’uno contro l’altro,poi,arrivati in fondo,lo slancio ci portava ad attraversare come saette via Casilina, fermando forzatamente la corsa contro il traliccio che torreggiava al centro della strada,dividente i binari del tram che dall’estrema periferia portava fino alle ‘Laziali’ l’inizio di quella che è la stazione Termini. Di quel periodo ricordo i giochi e le guerre con i sassi che facevamo,e quante teste sanguinanti e ginocchia sbucciate giravano per strada,ma era solo giocare,l’intenzione era che il sasso prendesse al massimo un fianco o la schiena,ma si sa che la mira è un optional…specie a quell’età,e il mangiare che scarseggiava,la carne era un miraggio che si intravedeva come oasi nel deserto dopo giorni di solleone,spesso a pranzo sulla tavola trovavo il minestrone fatto con i prodotti dell'orto che sovrastava il cortiletto interno e che apparteneva a Giuliana un'amica di famiglia,allora dicevo che volevo un panino con la mortadella perché non mi piaceva ma la risposta era che c'era il minestrone. Al pomeriggio rientravo dai giochi dicendo che avevo fame,dal forno usciva quel piatto di minestrone,insistevo che non mi piaceva e che volevo una citriola con la mortadella,ma inutilmente. La sera a cena trovavo ancora quel piatto...quanto era buono quel minestrone...E Fuffi, un bastardino bianco con una macchia nera intorno all'occhio
che un accalappiacani mi strappò dalle braccia dicendo che lo portava a curare e poi me lo avrebbe ridato,quanti pianti per quegli occhi dolci e gioiosi che non avrei più rivisto. Ricordo anche che nelle calde sere d’estate noi bambini sedevamo in circolo attorno a dei vecchi che raccontavano storie di guerra o di altre città,per lo più del sud Italia,ascoltavamo estasiati parlare di gesta eroiche e di parenti lontani o persi,e nella testa era come vivessimo noi stessi le avventure e provavamo una ridda di emozioni vedendo una lacrima scendere dai loro occhi o per l’esplosione di una improvvisa,grassa risata. Ricordo con affetto un vecchietto che passava due volte a settimana spingendo a fatica un carretto con sopra liquirizie e fusaie…dieci pescetti di liquirizia cinque lire,quanta fatica per trovare le cinque lire,generalmente noi bambini le guadagnavamo andando a fare la spesa per qualche vecchietta,a volte portando delle teglie di pasta a cuocere al forno che era in V. Casilina, andandole poi a riprendere, a volte restituendo al lattaio o al vinaio le bottiglie usate che avevano un deposito, ricevevamo una lira di mancia, poi aspettavamo pazientemente di essere chiamati per qualche altro servizio, ma quando arrivava il vecchietto dimenticavo la fatica sostenuta e assaporavo quelle delizie dal sapore ormai perso…
Sotto le feste tra questi servizi e qualcosa che ricevevo in regalo dai vicini di casa, riuscivo ad arrivare anche alle 75 lire sufficienti per andare al cinema 'Due Allori.' Entravo nel pomeriggio quando apriva, a quell'ora nelle 75 lire era compresa anche una rosetta con la mortadella, ed uscivo dopo l'ultima replica delle 22,30. Rivedevo il film tre volte gustandomi i 'prossimamente',gli spezzoni dei film di prossima programmazione che difficilmente sarei potuto tornare a vedere,ma principalmente la 'Settimana I.N.C.O.M ' che proiettavano durante l'intervallo fra una replica e l'altra. Era un reportage con notizie da tutto il mondo con gli avvenimenti principali della settimana. Le piccole guerre o colpi di Stato che avvenivano, gli incidenti aerei, le notizie sportive; ma io aspettavo con curiosità le notizie mondane, non per gli attori o i cantanti, non per le loro feste o performance, ma perché solitamente il servizio si chiudeva sempre con una stellina o aspirante tale seminuda. Scene riprese sul set di un film o in spiaggia in due pezzi, poi se accadeva che ci fosse una scena di spogliarello,al cadere del reggiseno appariva la parola FINE allora i fischi che prima erano di ammirazione e approvazione,si trasformavano in sonora protesta per quell'epilogo che tutti sapevamo già sarebbe stato così, ma il gusto era proprio nello sfogo programmato...
I primi giochi ‘amorosi’,erano con quella bambina che tutti indicavano come ‘fidanzatina’,facendomi arrossire e imbarazzare,negandolo fortemente,ogni volta che mi veniva detto,Pita,così la chiamavo,era l’amichetta del cuore,con la quale ci isolavamo in camera o nel sottoscala di casa sua e giocavamo a tutto,al dottore,al marito e moglie,al padrone e la schiava;non potrò mai dimenticare il sonoro ceffone preso quando sua sorella più grande ci sorprese mentre,giocando al dottore,le avevo calato le mutandine e la massaggiavo per farle una ‘iniezione’,per noi era veramente un gioco,senza nessuna forma di malizia,ma,giustamente,i grandi la vedevano diversamente;quello che però mi fece più male fu vedere le botte date a Pita e la proibizione di rivederci e giocare da soli…Chissà come si è svolta la sua vita,le auguro sia felice e abbia ottenuto tanto dal destino...Quel ceffone paradossalmente,mi diede modo di riflettere sul rapporto maschio-femmina,e sulle sensazioni interiori e fisiche che prima,quando lo consideravo solo un gioco non analizzavo,ma che poi,interpretato come ‘peccato’ e ‘cosa brutta che non si fa’, mi acuì la curiosità di saperne di più e di scoprirne il senso.

Istinto felino pag.7

                                         Fantasmi o sensibilità della purezza

Tranne un'estate passata in una colonia estiva ,esattamente a S. Terenziano in Umbria,in un vetusto castello diretto da suore e adattato a scuola e,appunto a colonia estiva,solitamente passavo le vacanze dagli zii a Orbetello,in Toscana,dove godevo gratuitamente di un mare favoloso e di folli corse in bicicletta assieme ai cugini;ma quando invece mi ritrovavo anche per poche settimane a casa a Roma,mi accadevano cose strane che,per mia fortuna,il più delle volte erano confermate da involontari testimoni,come quando una sera,verso le 18,Marco mi chiamò dicendomi di uscire per giocare,io salivo le scale e lui le scendeva,alla mia domanda del perché rispose che avevo lasciato la luce accesa,(si vedeva da una specie di finestra-lucernario situato sulla porta), quindi andava a spegnerla,tirò la cordicella che apriva il catenaccio,(all'epoca ci si fidava in generale,inoltre non c'era niente da rubare)scostò la tenda...e lo vidi scappare e salire le scale come fosse inseguito dal demonio,al mio sguardo interrogativo rispose che c'era qualcuno in casa;allora ridendo scesi per chiudere la porta lasciata aperta,scostata la tenda rimasi di stucco,all'ingresso della porta della cucina c'era un bambino bellissimo,biondo con i capelli ricci a boccolo con indosso una tunichetta così bianca che sembrava brillare di luce propria. Caddi pesantemente sulla sedia più vicina,non per paura,ma per lo stupore davanti a quella visione;allora lui si avvicinò quasi come levitasse,si mise seduto sulle mie ginocchia dandomi un senso di calore e tranquillità che non dimenticherò mai,quindi,dopo avermi fatto una carezza,mi diede un bacio sulla guancia e scendendo,facendomi un largo,rassicurante sorriso,si diresse verso la cucina dove lo vidi sparire come evaporasse...(anni dopo vedendo le foto di famiglia scoprii l'identità di quel bambino,era uno dei due figli di Luciana morto per anemia mediterranea,Mauro,l'altra era Oriana,tutti e due bellissimi,biondi e ricci con boccoli naturali,e tutti e due sempre,in vita,guardanti il cielo come fossero pronti a volarne sotto forma di Angioletti,e Mauro,di poco più piccolo di me,ricordo che,mentre giocavamo e io lo spingevo dentro un baule dove erano state applicate delle ruote a sfera,si era sentito male,ricordo che Marcello lo portò di corsa all'ospedale...(e da quel giorno non lo vidi più)...Allora spensi la luce,chiusi la porta e tornai in strada dove Marco mi aspettava preoccupato,alla sua ovvia domanda risposi che non c'era nessuno e che avevo ritardato perché ero andato in bagno. Quando mia sorella Anna rientrò dal lavoro le raccontai quello che era successo,vidi che cambiava espressione e disse che la mattina dopo saremmo andati a fare la Scala Santa,che,per chi non lo sapesse,si trova a S. Giovanni,una scala di legno dove si dice sia passato Gesù quando era sotto processo e dove,sotto vetro,quasi su ogni scalino,ci sono gocce del Suo sangue;va fatta tutta in ginocchio ed a ogni gradino va detta una preghiera...Un'altra volta,verso le 23,stavo leggendo dei fumetti seduto in cucina,quando sentii che la grata di ferro fuori la finestra veniva aperta,alzato lo sguardo vidi una vecchia che cercava di entrare,la prima cosa che pensai è che fosse una zingara che rapiva i bambini,così come mi dicevano sempre per non farmi uscire dopo una certa ora,alla domanda di cosa volesse,rispose che era venuta per portarmi via,allora,preso un bastone che usavamo per arrivare a togliere le ragnatele dal soffitto,cercai di respingerla,ma lei rideva e continuava a scendere;al che aprii il cassetto delle posate e presi un coltello e una forchetta appartenuti a mia madre,a quella vista lei si impaurì dicendo di riporli e cominciò a indietreggiare,allora,fattomi più spavaldo,e sempre tenendo in una mano le posate,salii fino alla finestra e,con un bastone nodoso che era sul cortile esterno,cominciai a bastonarla sulla schiena mentre cercava di salire sul muro alto un paio di metri che portava ad un orto sovrastante per poter fuggire,io continuavo a bastonarle la schiena finché salì e fuggì. Al suo rientro raccontai la cosa a Anna,che,naturalmente rispose che avevo fatto un brutto sogno,ma il giorno dopo Nannina,la mamma di Marco,la fermò dicendole che la sera prima,affacciandosi per stendere i panni lavati,mi aveva visto che davo forti bastonate al muro...senza prenderlo!...Allora Anna scese di corsa e,fattomi vestire in fretta e furia...mi portò a fare la Scala Santa...Poi le capitò di veder levitare un cuscino aprendo la porta della camera dove dormivo,e anche se forse non c'entravo niente....Scala Santa!...E così tante altre volte,ormai avevo le ginocchia piagate e non ne potevo più,infatti cominciai a nasconderle di altre cose che mi accadevano per evitarla. Una delle ultime che ricordo fu a Priverno,una sera avevamo deciso di scappare per andare al paese poco distante dove c'era una fiera,eravamo in 7,dopo aver legato delle lenzuola una all'altra,con le quali intendevamo scendere da una finestra alta una quindicina di metri dal suolo,la facemmo provare al più 'ciccione' di noi,ma sentendo che cedeva,decidemmo di uscire dalla finestra della cantina,mentre stavamo uscendo dal dormitorio,una mano sbucò da sotto le coperte afferrandomi saldamente una coscia,liberatomi con uno strattone e con l'aiuto di 2 compagni,togliemmo la coperta per vedere chi faceva quello scherzo,ma il bambino che lo occupava dormiva e da dove era uscita la mano c'erano i piedi...con la beata incoscienza dell'età,continuammo nel piano concordato non dando peso al fatto,a me venne solo da pensare che avrei evitato la Scala Santa...