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mercoledì 22 dicembre 2010

istinto felino pag.23-24

Il carnevale impazzava fra scherzi idioti a base di lanci di uova marce o schiumate da bombolette varie,non lo festeggiavo spesso ma quella volta decisi di travestirmi da cavernicolo,preparai delle scarpe con pezzi di agnellone tenuto fermo da corde di paglia intrecciate,con due pelli di leopardo coprii l'indispensabile anche per non soffrire troppo il freddo,indossai una collana di conchiglie e sostituito con un osso il diamantino che era nel lobo cotonai i capelli e mi sporcai il viso di cenere e terra,l'effetto fu che quando mi guardai allo specchio fui il primo a spaventarsi,non credevo che i capelli arrivassero a quell'altezza (c/ca 30 cm.) e che l'effetto nell'insieme fosse da 'Il Pianeta delle scimmie',
comunque come dicevo sempre,se ti mascheri da qualcosa devi farlo in modo il più realistico possibile,quindi i cavernicoli indossavano le mutande? No,allora via le mutande. Presa la lancia di Ebano che un amico mi aveva portato anni prima dal Ghana mi avviai alla festa organizzata in una villa sulla Via Cassia.
Devo dire che il mio ingresso non passò inosservato,grasse risate e complimenti per il costume e 'si dia inizio ai lazzi e frizzi' al suono di musica assordante,luci stroboscopiche e nuvole continue di coriandoli;e poi quell'abbigliamento mi permise immediatamente di entrare in sintonia con una ragazza vestita da indigena con la quale sembrava ci scambiassimo una ancestrale intesa:''Sembri quasi un guerriero della mia tribù'' fu il suo approccio,e ridendo aggiunse:''Sei anche tu di quei guerrieri che prendono per i capelli le femmine e le trascinano nella loro tenda?'' e condiva il tutto con una risata allegra mostrando denti bianchissimi dietro labbra morbide e ben disegnate,il gonnellino di paglia che indossava ad ogni passo o movimento nel ballare lasciava intravvedere cosce levigate e sode,non sapevo se anche lei era votata alla stessa mia teoria che il costume dovesse essere realistico fino all'eccesso,quindi non sapevo se indossasse gli slip che ancora non si riuscivano a scorgere per quanto si muovesse,ma la cosa certa è che ero intenzionato a scoprirlo:''Non proprio per i capelli,ma in caso di disobbedienza la costringo ad inginocchiarsi di fronte a me fino a che accetta di essere la mia schiava...''capivo che il sottinteso poteva apparire pesantemente scurrile,ma la sua risposta mi rassicurò sull'impressione che avevo avuto vedendo quel faccino d'angelo all'apparenza puro e ingenuo:''Mmmm...posizione interessante ma non ne saresti capace..''così dicendo si voltò ridendo e si diresse dove erano parcheggiati bevande e viveri assortiti. La seguivo con lo sguardo,era veramente ok. Fu subito attorniata da un paio di pirati,da un texano biondo e slavato e da un 'Calimero' che perdeva pezzi di vestito e con il becco ormai mozzo,''Hai detto aranciata amara e una pizzetta rustica vero?''disse rivolgendosi a me:''Grazie cara'' risposi e questo bastò a fare evaporare le maschere che la attorniavano. Dopo un paio di balli e trenini formati appositamente per tastare le femmine che avevano la sventura di capitare davanti a sfigati perennemente arrapati,le chiesi se le andava di farci un giro per V. Veneto dove solitamente si svolgeva una sfilata di maschere e dove non era difficile incrociare anche gente nota,accettò con entusiasmo e ci avviammo verso le macchine,le dissi di lasciare la sua sotto casa mia che era di strada,lasciò la macchina e traslocò sulla mio spider cabrio. La serata si era fatta più tiepida,e dirigendoci verso il centro scoprimmo che con la capote sollevata non solo non si gelava ma ci divertivamo anche di più. Arrivati nei pressi di V. Veneto i pizzardoni che ne impedivano l'accesso stranamente ci fecero passare,scoprimmo subito il perché,il tema della sfilata delle maschere erano gli anni '60-'70 e con quella macchinetta ci rientravo ad 'hoc'. Ci trovammo tra una folla di pazzi colorati e danzanti che lanciavano coriandoli e cantavano improbabili canzoni carnevalesche mischiando stornelli romaneschi a slogan femministi urlati da voci bianche provenienti da gruppi di gay e trans che approfittavano dell'occasione per uscire allo scoperto approfittando dell'evento,e a inni Hippy bandiere dell'epoca delle contestazioni inneggianti al 'non fate la guerra fate all'amore'. Altre macchine d'epoca che incrociavamo o ci precedevano erano veri e propri gioielli meccanizzati,opere d'arte che con il luccichio degli ottoni o i predellini esterni per salirvi uniti al mogano dei cruscotti e alla pelle dei sedili facevano rivivere momenti di esaltazione creativa nell'ammirarle. Mentre avanzavamo lentamente in quella marea in movimento perenne eravamo bombardati da coriandoli che pensavo quanta fatica mi sarebbe costata ripulire dalla vettura,ma ci divertivamo a scambiare battute con i passanti e non obiettai neanche quando Supermen e Supergirl adducendo la scusa che avevano le gambe gonfie dal troppo camminare,si accomodarono sui sedili posteriori emettendo un grosso sospiro di sollievo. Ci fermammo in un bar famoso nell'epoca della 'dolce vita' dove dopo una mezz'ora circa riuscimmo a farci servire un caffè,quindi salutati i 2 supereroi che 'volarono' per tuffarsi di nuovo in mezzo alla folla,decidemmo di tornare alla base. Giusi,l'indigena che aveva affrontato con me quell'avventura,era una ragazza di 26 anni ma ne dimostrava cinque di meno,occhi marroni con un taglio particolare,grandi,scrutatori e leggermente obliqui all'insù,il nasino 'alla francese' sovrastava labbra carnose e invitanti:''Allora devo prenderti per i capelli e trascinarti nella mia caverna con forza o vieni docile e remissiva senza fare storie?'' le chiesi scherzando,''Non lo so,ma se sai essere convincente...''rispose ridendo,''..e comunque da indigena abituata alla giungla so difendermi prima di cedere..''aggiunse assumendo una posa quasi di sfida stringendo le mani a pugno e facendo finta di picchiarmi,era troppo simpatico vederla scherzare in quel modo,afferratole i polsi avvicinai le labbra alle sue che arretrava fino a trovarsi con la nuca bloccata dal vetro del finestrino,a quel punto ricambiò il bacio,le lasciai i polsi permettendole così di abbracciarmi e mentre le lingue giostravano felici,con la mano le scesi sulle cosce non difficili da raggiungere perché quel gonnellino gliele lasciava generosamente scoperte,risalendo più su scoprii che anche lei la pensava come me sulle maschere,massimo realismo,di indigene con le mutandine non si era mai sentito dire,quindi... le accarezzai il pube lei allargò leggermente le cosce per poi serrarle quando provai ad infilare un dito,''No dai,è bello così ma non ne ho voglia...'' ''(Ma porca putt...)''pensai.''(...capisco che un po' di scena è quasi d'obbligo,ma dal momento che mi baci così e mi permetti di arrivare a tastarti intimamente a che serve fingere?)'' senza togliere la mano,anzi,infilandola a fondo tra le cosce fino ad arrivare a carezzarle l'attaccatura con i glutei,le sussurrai cercando di essere il più suadente possibile:''Ok,d'accordo,ma allarga leggermente le cosce dai voglio appurare una cosa,stai tranquilla non ti forzo..'' forse incuriosita da quello che intendevo appurare,o forse non aspettando altro per cedere,si rilassò completamente ed io ne approfittai per metterle velocemente il dito dentro facendolo muovere con l'arte che avevo imparato bene nel tempo,sulle pareti interne fino all'altezza delle ovaie.''Sei un laghetto,come fai a dire che non ne hai voglia?'' non rispose perché presa a cercare anche lei sotto la pelle che indossavo di capire se anche io seguivo quella forma di realismo,e quando lo scoprì lo afferrò con cupidigia emettendo un sospiro di piacere mentre cominciava a cambiare di colore sul viso per il sangue che pulsava più freneticamente nell'attesa di riceverlo tutto e di diventarne la padrona-schiava. In macchina e col rischio di passanti che potessero sbirciare non era il massimo,ma non volevo ancora interrompere quel magico momento prima di portarla a casa che distava una decina di metri da dove ero posteggiato,le scendevo sul collo baciandolo e mordicchiandolo,mentre lei lo tirava verso se quasi volesse staccarlo allargando completamente le gambe e facendo scivolare il bacino fino a farmi temere che il mio posto lo prendessero il cambio o il freno a mano che ormai doveva sentirsi premere sul fondo schiena. La macchina era stretta e scomoda per farci all'amore,senza contare quegli aspiranti guardoni che potevano passare,ma qualcosa potevo fare per lasciarle dentro la voglia senza correre il rischio di fargliela passare nel breve tragitto fino allo 'scorticatoio'. Afferrandole i glutei la sollevai,e mentre scivolava con la testa fino a spazzare il tappetino e senza mollare il mio pene,anzi,usandolo per sorreggersi meglio,scivolai dal seno che stavo baciandole con gusto giù fino alla pancia finendo per disperdere la lingua nella vagina succosa e spandente abbondante umore che trovai gradevole al sapore e odore e che leccai avidamente per lungo tempo. Sentii che si stava struggendo dalla voglia di sentirsi presa quando iniziò a muovere il ventre quasi in preda ad un attacco somigliante all'epilessia,mentre ormai non solo continuava a stringerlo forte ma sembrava quasi cercasse di spezzarlo per poterne usufruire liberamente. Mi staccai contro voglia da quella produttrice di dolce nettare,le sollevai la testa aiutandola perché pericolosamente incastrata,scesi dalla vettura,le aprii la portiera fermandola prontamente per evitare che cadesse perché quella posizione che aveva tenuto a lungo certo le procurava sbandamenti,e quando vidi che si stabilizzava l'aiutai ad alzarsi e cingendole la vita mentre lei si teneva stretta come per paura che fuggissi,mi diressi verso casa. Non facemmo quasi in tempo ad entrare che diventò lei guerriera,sbattendomi prepotentemente sul letto alzò la pelle che mi ricopriva e si sedette pesantemente sopra il mio pene facendolo scomparire dentro lei in un istante,eravamo presi da un forte impeto animalesco per raggiungere quel godimento che ci eravamo promessi stuzzicandoci in macchina,e credo che se qualcuno avesse avuto l'occasione di vederci in quei momenti non avrebbe dubitato sul fatto che potessimo essere veramente due cavernicoli scaraventati da chissà quale buco temporale in quella epoca. Facemmo sesso in tutti i modi e anche quando esausti ci sdraiammo l'una accanto all'altro,continuava a stringerlo come avesse paura che improvvisamente potesse volatilizzarsi. L'ultima cosa che pensai fu quanto avevo riflettuto già una volta nel passato,la fortuna delle donne che con la gonna godevano di una praticità estrema nell'affrontare anche le più estemporanee avventure che potevano capitare pure inattese,e riflettei anche per qualche secondo sulla probabilità che la gonna permettendo una libertà maggiore non comprimendo il sesso e l'aria che poteva scorrere libera fra le cosce,contribuivano sicuramente alla voglia di fare all'amore. Il suo viso poggiato sulla mia spalla e quei pensieri furono le ultime cose che rammento prima di cadere in un sonno profondo...Mi svegliai e sentii un buon odore di caffè,e sentivo anche la sua lingua che scorreva sul pene che aveva ripreso a stringere come se non avesse mai smesso dalla notte appena trascorsa,'' Che bello svegliarsi così...magari accadesse tutti i giorni...''mi trovai a ripetere quello che già in precedenza avevo sentito dire dalla vecchia e mai avuta Maura quando la svegliai. ''Credo sia meglio spegnere il gas,il caffè è già stato tostato'' le dissi sollevandole la testa e dandole il bacio del buongiorno mentre mi alzavo per versarlo nelle tazzine. A volte mi era capitato che svegliandoci il giorno dopo quella che avevo a fianco non fosse quella super-fica che sembrava essere la sera prima,ma lei notai con piacere che forse era anche più bella e non solo di viso,ne fui contento e la giornata già tinta di rosa sembrava dovesse aprirsi a qualche buona novità tanto l'ottimismo mi imperava dentro,''Certo non posso andare a casa vestita così,''disse interrompendo i miei pensieri,'come posso fare?hai qualche idea?'' la mia prima idea era quella di non mandarla a casa subito quindi di rimandare il problema a 'dopo' acconsentì ridendo mentre faceva scorrere la lingua sulle labbra e riprendemmo la ginnastica interrotta la notte precedente dall'intervento di un dispettoso Morfeo. Nei tre giorni seguenti non ebbe bisogno di vestiti,ma come tutte le cose belle anche quella doveva avere una sua fine,trassi dall'armadio un kimono che mi aveva regalato un amico e glielo porsi,in pochi minuti,aiutandosi con qualche spilla da balia ben nascosta e con una cinta a 'fusciacca' di pelle che avevo portato insieme ad altri capi a casa dopo la chiusura del negozio,ne trasse fuori un mini abito che indossava con naturalezza e che la rendeva veramente sexy e desiderabile,inoltre il saperla senza mutandine che certo non sapevo come rimediare,mi eccitava ancora di più,''Come ci stò?''
mi chiese assumendo una posa sbarazzina e da bambina dispettosa,avvicinandomi risposi che era una favola,e mentre lei che aveva la mia stessa voglia arretrava fino a sedersi sul tavolo allargando le gambe,le presi le caviglie che sollevai fino ad avere quella visione di fiore spalancato che non aspettava altro che di essere riempito,la penetrai ancora e ancora fino ad urlare quasi contemporaneamente il nostro godimento,frenato da parte mia solo per un istante,il tempo di toglierlo e girarla velocemente per espellere nel 'lato b.' tutto il piacere che mi aveva procurato. Quando finimmo andò in bagno,quindi sistemò con cura il vestito e,preparatomi anche io uscimmo,l'accompagnai alla sua macchina e passammo più di un'ora a salutarci,avevamo scoperto che era molto difficile staccarsi ed entrambi sapevamo che non ci saremmo più rivisti,le dissi di tenere il kimono come mio ricordo e dopo esserci baciati appassionatamente rimasi a seguire con lo sguardo la macchina che si allontanava fino a sparire dietro una curva...(pausa)...
Quinta riflessioneEro sempre più convinto di essere un oggetto che amava piacevolmente essere usato da donzelle che captavano che avrebbero potuto usarmi per sfogare le voglie ,anche le più nascoste che erroneamente nascondevano al partner abituale per non essere mal giudicate,sapendo che non gli avrei mai procurato problemi di nessun genere e che se dicevo che sarei sparito dalla loro vita qualora lo avessero voluto non era solo un modo di dire ma la realtà,e che inoltre non ero del genere che assilla con telefonate continue e con richieste di incontri,e questa credo sia stata la mia forza e arma migliore che mi ha permesso di vivere storie varie e anche di amore non convenzionale,inoltre avendo la già citata viltà che mi impediva di aprire completamente il mio cuore cercando l'amore duraturo,amavo veramente tutte pur non Amandone nessuna,e se una storia nasceva e finiva in una notte o in tre mesi,ero pronto a cercarne un'altra che ero certo avrei amato come nello stesso modo ne avrei accettato la precoce fine. Ma quello che mi spinge a riportare questa elucubrazione è l'aver appurato che la fortuna ha un ruolo più che vitale nel corso dell'esistenza,anche se dell' A.I.D.S. se ne sarebbe parlato in modo più frequente e martellante qualche anno dopo (per poi dimenticarsene troppo in fretta),non era scontato che non rischiassi di ammalarmici visto il mio affrontare i rapporti liberamente e senza protezione alcuna con ragazze che certamente vista la facilità con la quale mi si donavano,non erano ne vergini o di primo pelo ne votate ad uno soltanto,non ho mai avuto la presunzione di pensare che le conquistavo perché fascinoso o bellissimo,tutt'altro,e lo stesso non essere presuntuoso mi faceva essere certo che lo facessero per loro stesse quando ne avessero avuto la necessità,con chiunque avrebbe avuto la fortuna di bussare alla loro porta quando erano particolarmente eccitate e vogliose di soddisfare il richiamo della loro 'natura'. Ma questa è una riflessione che mi sarei posto molto tardi per-col senno di poi-gioire nell' aver avuto quella fortuna che purtroppo tanti,troppi,non avranno. ...(ripresa)...In Iran Komeini lanciò un anatema raccolto da tutto il mondo Musulmano verso lo scrittore S. Rushdie,minacciato di morte per aver scritto un libro analizzante il Corano intitolato 'I versi Satanici',minaccia che costringerà lo scrittore ad una vita di recluso sempre sotto scorta e consapevole di non poter mai ottenere la grazia...
Nel processo per la strage di P.zza Fontana svoltosi a Catanzaro la sentenza fu di assoluzione per S. Delle Chiaie e M. Fachini,entrambi assolti.
Mentre a Firenze si concludeva il processo per la strage del rapido 904 con 5 condanne all'ergastolo a criminali e ad alcuni appartenenti all'eversione neofascista. Strano come processi di carattere non politico o di bassa mafia si concludessero con il riconoscimento delle pene mentre altri implicanti politici o potenti boss e terroristi immanicati politicamente,non trovavano mai il modo di concludersi o di riconoscerne con certezza esecutori e mandanti...
La conferma di questo pensiero la ebbi qualche giorno dopo,sulle note della canzone 'Io ti lascerò' con la quale F. Leali e A. Oxa vincevano il festival di S. Remo,la procura di appello concedeva l'assoluzione a tutti i processati per la Strage di P.zza Della Loggia...
Poco dopo nasceva un nuovo servizio che col tempo avrebbe cambiato le abitudini di vita di quasi tutta l'umanità,nasceva ufficialmente Internet che con la sigla w.w.w: (world wide web)presentata ufficialmente da T. B. Lee,permetteva il collegamento globale della rete con tutte le prospettive di informazione,collegamento,commercio e quanto altro non più relegati in spazi ambigui ma abbraccianti l'intero globo.
Uno scandalo coinvolgeva il sindaco di Roma P. Giubilo costringendolo alle dimissioni essendo inquisito in irregolarità nel servizio delle mense scolastiche. Mentre la fine del primo trimestre dell'anno vedeva soffiare venti di guerra ai confini dove Pristina,nel Kosovo,veniva occupata da carri armati,preludio di quanto sarebbe accaduto poco tempo dopo.
Si avvicinava il matrimonio di Roberto,per quanto amici e parenti si fossero impegnati nello sconsigliarlo o quanto meno ad attendere ancora per essere certo che quella fosse la cosa più giusta da fare,lui era deciso ad andare dritto per la sua strada. Non che ce l'avessi con lei,ma mi era diventata cordialmente antipatica per la sua idiosincrasia che la portava ad essere decisa nel troncare radicalmente la nostra amicizia che proprio non riusciva a sopportare accusando me di monopolizzare Roberto e lui di rubarle il tempo che passava con me,fino al punto di seguirlo anche dopo che erano stati insieme fino alle due di notte per poi aggredirlo pesantemente perché invece di andare a dormire passava da me per fare qualche partita a scacchi e due chiacchiere e trattandolo come uno straccio vecchio facendo piazzate da mercato a casa mia,cosa che non accettavo e che non riusciva ad evitare anche se le avevo detto più volte di cambiare atteggiamento. Ma il massimo dell'ipocrisia fu quando venne a casa mia per pochi minuti da sola per poi telefonare a Elisa che avevo fatto lo sbaglio di presentarle,dicendole che ci avevo provato e che certo bell'amico che ero per Roberto. Combinazione chiamavo Elisa poco dopo,''A Renà ma che combini,ma è possibile..''furono le sue prime parole

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